QUANDO DIO BUSSA AL CUORE…
Riconoscere tra le tante voci la sua
Voce, distinguere il suo Volto tra tanti volti, lasciarsi raggiungere e
incontrare da Lui che ti viene a bussare al cuore…
Non è immediato né semplice per
un’anima ancora inesperta dei linguaggi di Dio decifrare le modalità segrete e
misteriose del suo comunicarsi e rivelarsi. E’ l’esperienza intima di un
incontro che nel tempo cresce e matura e si rivela sempre più importante ed
essenziale, fino a diventare il tutto che dà senso ad ogni cosa e ad ogni
vissuto.
E così, nell’intimità del cuore e
dell’anima è iniziata la mia esperienza con Dio, quando ancora in modo confuso
e indefinito ho iniziato a percepire e intuire la sua Presenza nel mio piccolo
mondo di adolescente, una Presenza che in modo discreto ma via via sempre più
forte e più insistente chiedeva di entrare e abitare le mie giornate e la mia
storia.
Erano gli anni della mia appartenenza entusiasta
alla GiFra, anni di grandi scoperte all’interno della fraternità francescana,
pieni della meraviglia di aver intuito la realtà di un Dio finalmente accessibile,
giocoso, vicino, interessato e coinvolto nella mia storia. La testimonianza gioiosa dei nostri frati poi
mi parlava di un segreto nascosto di felicità piena che decisi di voler anch’io
scoprire e raggiungere.
Mi sono così messa in cammino per
conoscere il Volto di Dio, ricercandolo nel Vangelo, nella Chiesa, nel
servizio, nella preghiera silenziosa, leggendo il suo passaggio negli incontri
e negli avvenimenti del mio quotidiano. E più lo conoscevo, più di Lui tutto mi
affascinava: il suo “carattere”, il suo modo di pensare, di amare, di
scegliere, di agire, di reagire …
E così ho iniziato a camminare, trovando
nel Vangelo e nell’esempio di Francesco e Chiara di Assisi una strada, una
motivazione e una meta, una direzione che mi hanno salvata dal non senso e dal
disorientamento nelle scelte di vita.
Studentessa del Liceo Classico
coltivavo le mie amicizie e tutti gli interessi e tutte le esperienze che una
giovane della mia età normalmente poteva vivere; ma nel profondo, pur nel
divertimento ricercato e condiviso, qualcosa (…o Qualcuno?) mi sussurrava dentro
e mi diceva: “C’è di più… C’è di più!”,
come se niente, in fondo, mi accontentasse e mi riempisse realmente il cuore.
Nella mia sete di ricerca della Verità
sulla vita e su me stessa, decisi di intraprendere gli studi di Scienze
Religiose, e presto mi ritrovai ad insegnare in diverse scuole.
A 23 anni avevo già tutto: lavoro,
amicizie, soldi, libertà, indipendenza… Eppure ancora quel sentire in
profondità: “C’è di più! Ho tutto, ma questo
tutto non mi basta!”
Pensai anche che la causa della mia
segreta insoddisfazione fosse la mancanza di un amore condiviso… ma anche nella
dimensione affettiva ogni amore mi sembrava “ancora troppo poco e troppo piccolo” e ogni impegno affettivo “bello ma limitante”.
“C’è di
più!”
Non so esattamente a cosa pensassi, ma
certo l’idea di poter diventare suora non mi ha mai sfiorato la mente. Sentivo
solo il bisogno di libertà interiore, la possibilità di abbracciare orizzonti
ampi, la necessità di essere utile agli altri, di dedicare tempo ed energie a
ciò che è il “bene”, in tutte le sue
forme ed espressioni.
Solo lì infatti, nella donazione e
nella fatica della dedizione agli altri, sperimentavo una pienezza e una gioia
piena che non provavo altrove. Una gioia che mi fece aprire gli occhi e il
cuore a una Verità: “Solo donandosi ci si
ritrova; c’è più gioia nel dare che nel possedere”.
E in questi pensieri ebbe inizio la mia
inquietudine interiore e la mia preghiera accorata al Signore: “Signore, cosa vuoi da me?... Perché ho
tutto e niente mi fa felice?... Cosa mi manca ancora?... Non ti sto già dando
tutto, il mio tempo, le mie energie?... Cosa vuoi da me?”
Ricordo che immersa in questa mia
preghiera, un giorno un fremito mi attraversò il cuore all’affacciarsi di un
pensiero che avrei voluto immediatamente soffocare: “Mi hai dato tutto, sì… ma stai tenendo ancora te stessa!”
In un attimo ho sentito che tutto mi è
crollato intorno e addosso… Ho sentito tutta la mia realtà sgretolarsi come
sabbia: le mie sicurezze, il mio lavoro, la mia famiglia, le mie amicizie, il
mio paese, la mia passione per la Gifra e il mio impegno nella Chiesa, i miei
progetti … Davanti a Lui ogni cosa appariva nulla!
Forse… mi stava indicando una strada di
felicità per me inedita, lastricata con le pietre della radicalità e della
totalità. Questo pensiero mi terrorizzava e allo stesso tempo mi dava
interiormente una strana pace.
Avevo sentito parlare delle Clarisse Francescane Missionarie del SS.
Sacramento, che nel nome riassumevano i quattro ingredienti e il programma di vita che già ricercavo nella mia
realtà di giovane gifrina: Chiara, Francesco, la missione e al centro l’Eucaristia.
Santuario de la Verna |
Raccolsi il coraggio e partii per La
Verna, col proposito di conoscerle e trascorrere da loro un tempo di preghiera.
Stetti con loro poco più di un mese. Mi
bastò per svelare nel silenzio e nell’ascolto profondo la verità di me stessa.
E compresi quale è il mio posto e la pienezza di felicità nella mia vita: accanto
a Lui!
Sr Vittoria Sechi
Clarissa Francescana Missionaria del SS. Sacramento
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