Cosa significa per noi essere Clarisse, la nostra fondatrice Madre Serafina Farolfi (1853 – 1917) oggi Venerabile, l’ha sapientemente racchiuso nel nome che ha voluto dare al suo Istituto, quando nel 1898 insieme ad altre 8 sorelle ha professato la Regola di S. Chiara approvata da Innocenzo IV, ma con le Costituzioni adattate alla vita attiva: “Clarisse Francescane Missionarie del SS.mo Sacramento”.
Unire in un solo cuore e in un solo respiro Chiara e Francesco, due orme di un unico passo, voci armoniche di un unico canto… Unire e sintetizzare in sé il vivere di Chiara e il vivere di Francesco: il cuore e lo sguardo di Chiara, che sa contemplare in ogni cosa le indicibili bellezze del celeste Sposo, ma le mani e i piedi di Francesco, che sanno raggiungerLo e servirLo nei fratelli più bisognosi, in uno slancio di amore e gratuità che spinge fin oltre i confini della propria terra, fin nelle lontane missioni estere…
Da Chiara lo sguardo contemplativo e il primato dell’interiorità e della preghiera nella nostra vita; da Francesco lo stile missionario, per andare, annunciare, prendersi cura e prendersi carico dei bisogni e delle povertà del fratello; da entrambi lo stile della fraternità nella scelta della povertà, della letizia, della semplicità, della minorità.
A questa spiritualità francescano-clariana, la nostra Fondatrice ha poi voluto dare un cuore: l’Eucaristia, celebrata, adorata, vissuta; sorgente, forza, perno, luce, alimento, punto di partenza e punto di riferimento fisso di ogni apostolato e servizio caritativo: di qui nasce la particolarità e la preziosità del nostro carisma EUCARISTICO-MISSIONARIO.
“Dall’amore ardente all’Eucarestia si riconoscono le Clarisse Missionarie”, diceva madre Serafina.
Come Chiara, allora, chiamate a "stare con lui” nella contemplazione, meditazione e adorazione eucaristica quotidiana. Come Francesco, chiamate a “vivere il santo Vangelo” nello stile dell'itineranza, dell’apostolato, della passione evangelizzatrice e del servizio gratuito ai fratelli, specialmente i più poveri e abbandonati, attingendo dall’’incontro personale quotidiano con Lui la spinta preziosa dell'andare ai fratelli.
Come Chiara, allora, chiamate a "stare con lui” nella contemplazione, meditazione e adorazione eucaristica quotidiana. Come Francesco, chiamate a “vivere il santo Vangelo” nello stile dell'itineranza, dell’apostolato, della passione evangelizzatrice e del servizio gratuito ai fratelli, specialmente i più poveri e abbandonati, attingendo dall’’incontro personale quotidiano con Lui la spinta preziosa dell'andare ai fratelli.
“La nostra vita è mista... fornita la lampada, tutto il resto va all'apostolato. Una vita di orazione e di contemplazione che non ci rende indegne dell’ apostolato; un apostolato che non ci impedisca la contemplazione” (Madre Serafina).
“Vivere sempre come Maria che non sa dipartirsi un solo momento dal suo divino maestro; faticare come Marta per condurre a lui tutte le anime...” “…associare la vita contemplativa all'attiva, in modo che questa non sia priva delle dolcezze di quella; e quella accompagni e perfezioni ogni atto di questa” (Madre Serafina)
Questo è il nostro alto ideale! Per sua grazia il Signore ci conceda di renderGli fedelmente ciò che abbiamo promesso con voto, di crescere sempre più nel bene e di perseverarvi fino alla fine (S. Chiara, FF2915. 2852).
“Vivere sempre come Maria che non sa dipartirsi un solo momento dal suo divino maestro; faticare come Marta per condurre a lui tutte le anime...” “…associare la vita contemplativa all'attiva, in modo che questa non sia priva delle dolcezze di quella; e quella accompagni e perfezioni ogni atto di questa” (Madre Serafina)
Questo è il nostro alto ideale! Per sua grazia il Signore ci conceda di renderGli fedelmente ciò che abbiamo promesso con voto, di crescere sempre più nel bene e di perseverarvi fino alla fine (S. Chiara, FF2915. 2852).
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