Dio viene: nella nostra esistenza
quotidiana s’inserisce un avvenimento sconvolgente, che butta all’aria tutte le
nostre sicurezze, i nostri progetti.
All’improvviso egli cammina accanto a noi
e fa parte della nostra storia: lo riconosce presente chi tiene gli occhi
aperti, chi aspetta e prepara un mondo nuovo. L’annuncio profetico parte da una realtà piuttosto deludente: un piccolo popolo senza
importanza per nessuno sarà il centro religioso e spirituale di tutti i popoli
finalmente in pace. Questo non può che essere opera di Dio, divenuto lui stesso
ispiratore, norma e termine del cammino dell’umanità. E solo con gli occhi
della fede è possibile scorgere il disegno che si va formando all’interno di
avvenimenti banali, oscuri, poco significativi; un disegno che Dio rivela come
una sua proposta per la crescita e il bene dei suoi figli, una realizzazione di
cui non è dato sapere l’ora del compimento, ma che certo l’avrà un giorno.
In vista di quel “giorno” bisogna vegliare, tenersi
pronti, agire saggiamente, con distacco e insieme con impegno: perché
dall’interno della storia maturi il progetto di Dio.
Il Signore non viene nel
rumore, il Signore non trova posto nella frenesia e nello stordimento. E’
venuto nella pace e per la pace. E’ una parola questa così usata da diventare
banale: è chiamato “pace” un equilibrio di paura; si parla di pace in una
società intessuta di violenza e di oppressione dell’uomo sull’uomo. Si dissolve
oggi anche la pace più semplice, quella della famiglia. Solo Cristo può riunire
gli uomini dispersi dall’egoismo e fare di tutti un unico popolo pacifico in
cammino verso il monte del suo Tempio. L’ora di Dio giunge a noi perché ogni
istante della nostra vita contiene l’eternità di Dio.
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