Il
nostrro essere Clarisse nel mondo abbraccia molti aspetti. In una società
sempre più "anonima", in un cristianesimo sempre più
"timido" sentiamo urgente una presenza missionaria anche nelle nostre
strade, una presenza che risvegli il bisogno fondamentale di ognuno: l'incontro
con Dio. Accanto alle missioni popolari che raggingono solitamente gran parte
delle persone di ogni età, periodicamente vengono organizzate anche missioni di
strada per i giovani.
Nell'ottobre
scorso è stata organizzata dalla diocesi di Forlì-Bertinoro in collaborazione
con i Frati Minori dell'Emilia Romagna una missione rivolta ai giovani
universitari chiamata "Master in Mistero". La caratteristica di
questa missione è stata proprio la presenza e il coinvolgimento di giovani:
frati, suore, preti e ragazzi - circa una trentina - pronti a scendere in
strada per incontrare altri giovani e proporre loro un messaggio diverso.
Spesso si sente dire che i ragazzi di oggi sono spenti, passivi, disimpegnati,
vuoti, superficiali, questo è lo stereotipo del giovane d'oggi. Ma non per
tutti è così: accanto a tanti occhi distratti noi religiosi abbiamo invece
potuto incontrare sguardi pieni, appassionati, sguardi di ragazze e ragazzi che
hanno collaborato con noi nella realizzazione di questa missione. Giovani che
con tanta gioia e coraggio non si sono vergognati di uscire per strada ad
invitare i propri coetanei ad un incontro, quell'incontro con Cristo che loro
hanno conosciuto e di cui desiderano fare un'esperienza sempre più profonda e
vera. Solo l'amore genera amore e forse l'indifferenza di tanti giovani è il
risultato di incontri mancati, di relazioni opache o spente, di storie di
disinteresse e disattenzioni subite nella propria vita, nei confronti
della propria persona. Per essere aperti, generosi, attenti agli altri e ai
veri valori della vita bisongna prima averne fatto esperienza, aver incontrato
uno sguardo di amore che precede le parole: "Gesù fissatolo lo amò, e
disse...".
Prima
di giudicare i giovani bisogna amare i giovani, conoscerli, incontrarli,
ascoltarli, soffrire per loro, e questo interpella molto la generazione degli
adulti: qual è la qualità del tempo che dedichiamo ai nostri ragazzi? C'è una
domanda segreta in ognuno di noi che per essere scoperta ha bisogno di uno
spazio di silenzio e di relazione. Silenzio e relazione sono realtà da
riscoprire e far conoscere e gustare ai ragazzi in tutta la loro bellezza.
Durante i giorni di missione, tra le tante iniziative, c'era quella di tenere
aperta tutto il giorno la chiesa che si trova proprio davanti alle aule
universitarie. La luce accesa, la porta spalancata, la presenza dei
missionari in preghiera e fraternità è stato un silenzioso invito per tanti a
fermarsi in compagnia del migliore Amico, a gustare forse quei preziosi attimi
di silenzio a volte così sconosciuti nella vita quotidiana ma così necessaria
per ascoltare la voce di Chi ti ama veramente.
Una
delle dimensioni tipiche dell'incontro, nonchè frutto dello Spirito, è la
gioia: si sta bene con il Signore e ci si diverte anche, e questo tanti ragazzi
lo hanno colto con meraviglia. Nelle cose semplici è la gioia più grande e più
vera, senza surrogati, senza desideri indotti. I ragazzi sono stati i
protagonisti di questa esperienza, ed hanno messo a disposizione di Cristo
tempo ed energie, perdendo a volte anche la faccia per il Vangelo. Eppure sono
ragazzi come tanti che possiamo incrociare per strada con la solita fretta
quotidiana. Se avessimo invece il tempo e la pazienza per fermarci e
incontrarci veramente incontreremo Dio e la sua bellezza, e tutto questo ci
cambierebbe la vita, vivremmo tutto in una luce nuova, anche le realtà più
grigie e dolorose assumerebbero tutto un altro senso e significato vissute
nella gioia del vero incontro.
Suor Sara
Suor Sara
Clarissa Francescana Missionaria del SS.
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